
C’è un libro che ho letto e sfogliato più volte in questi anni: si tratta di un vecchio Oscar Mondadori, “IL LIBRO DELLE PIANTE MAGICHE” di Caterina Kolosimo. Caterina Kolosimo è una scrittrice particolarmente versatile (scrisse perfino una storia di Tex, TEX e La Piramide Misteriosa), che insieme al marito Peter, specie negli anni settanta, ebbe un notevolissimo successo con libri su teorie “misteriose” e pseudo scientifiche.
La grande abilità della Colosimo è in una scrittura fluida e semplice ma soprattutto nel saper miscelare con sapienza scienza, leggende, storia, credenza popolare e mistero.
IL LIBRO DELLE PIANTE MAGICHE non fa eccezione. Si tratta di una raccolta di informazioni straordinarie, storie, miti, leggende, simbologie legate al mondo vegetale e all’interpretazione che nel corso dei millenni l’uomo ha dato ad esso, spesso anche divinizzandolo.
Saltando di pagina in pagina o andando ordinatamente dall’inizio alla fine, possiamo leggere, per esempio, del più antico bosco sacro conosciuto in Italia, quello di Nemi, che prende il nome dal piccolo lago dei Colli Albani nei pressi di Roma. Specchio d’acqua ricco di storia dove furono trovate antiche navi romane. Dedicato alla dea Diana, il bosco di Nemi era un luogo nel quale, in tempi ancora anteriori a Roma, si svolgevano arcaici riti, sacrifici umani che servivano per tramandare da un sacerdote ad un altro la custodia del luogo caro agli dei.
A proposito di alberi sacri, o meglio che tali furono considerati in passato, fra questi, forse il più famoso è la quercia alla quale si attribuivano grandi ed importanti virtù. Il fulmine, racconta la Kolosimo, non cade mai due volte nello stesso posto, ed in antichità, quando si trovava una quercia, albero tanto diffuso quanto rispettato e si pensava amato dalle divinità (per i vichinghi era consacrato a Thor), colpito da un fulmine*, dal suo legno se ne ricavavano amuleti da appendere alla porta di casa o da portare con se in caso di temporale, convinti che lo stesso legno non sarebbe stato colpito nuovamente.
Ma non si parla solo di alberi. Le Piante Magiche, vediamo, sono un po’ tutte le piante, dalla ruchetta ai ravanelli, dal mirto al rosmarino, i pini e le erbe selvatiche, ognuna con la sua simbologia, un possibile utilizzo per un filtro d’amore o un veleno mortale, per portare fortuna o sventura. Non solo, scopriamo anche i nomi di fantapiante, erbe e radici mitologiche come quelle descritte da Democrito** in antichità e che, a suo dire, avevano poteri eccelsi.
Il Libro delle Piante Magiche è quindi uno scrigno prezioso colmo di infinite informazioni, curiose e divertenti, perfetto per chi ama la natura e vuole provare a vedere l’immensa popolazione vegetale sotto una luce diversa dal consueto.
di Fabio Ascani