L’ARTE DI SAPER ASCOLTARE di Plutarco

Ci sono testi che non hanno bisogno di essere recensiti per poter essere condivisi. Ci sono testi le cui parole vibrano in modo armonico direttamente con la nostra Anima.

Queste, in definitiva, sono le regole comuni e generali a cui un ascoltatore deve attenersi sempre, anche verso un oratore che abbia fatto cilecca sotto ogni punto di vista, e cioè: stare seduti col busto eretto, non assumere pose rilassate e tantomeno scomposte, tenere lo sguardo fisso su chi sta parlando, mostrandosi attento e vivamente interessato ma con nel volto un’espressione che non lasci trasparire non solo alcun sentimento di alterigia o di insofferenza ma neppure altri pensieri o preoccupazioni. 

Come in un’opera d’arte la bellezza è il risultato di vari fattori, che fondendosi insieme per una loro intrinseca corrispondenza le conferiscono un’armonica ed equilibrata unità, e basta l’aggiunta o la mancanza di un solo elemento per renderla brutta, così sono sconvenienti in chi ascolta una fronte accigliata, indice di arroganza o presunzione, un volto annoiato, lo sguardo errante di qua e di là, le membra scomposte e le gambe accavallate; e sono comunque biasimevoli e da evitare con molta accortezza anche un cenno o un bisbiglio col vicino, i sorrisetti ironici, gli sbadigli sonnacchiosi, il capo abbassato e qualunque altro simile atteggiamento.

La Parola bisogna prima imparare ad accoglierla bene per poterla poi pronunciare. In questo il Silenzio, quando si ascolta qualcuno, è sempre un ornamento sicuro.

Nel mondo attuale dove tutto è rumore, l’invito a questa lettura non è solo per ritrovare e riconoscere ciò che è altro da noi, ma soprattutto per ritrovare e riconoscere se stessi!

Buona lettura.

di Francesca Senna