
Ettore Petrolini fu un grande. Romano, scrittore, autore, attore di teatro e cinema, compositore, e oggi diremmo anche performer, usando un inglesismo che lui stesso non avrebbe esitato a mettere in ridicolo. Nato a Roma nel 1884, calcò per anni i palcoscenici del varietà e della rivista, cosa che automaticamente lo poneva fra quei personaggi di second’ordine del mondo culturale dello spettacolo italiano perché “troppo popolare”. Sorte che lo accomuna ad altri importanti personaggi della scena italiana, primo fra tutti il principe De Curtis, Totò.
La realtà è che Petrolini, di umili origini e senza particolari studi alle spalle, riuscì, più e meglio di tanti altri, ad interpretare il suo tempo. Ci ricorda Antonucci nella sua introduzione il giudizio di Ennio Flaiano secondo cui Petrolini, più che un Pulcinella, era paragonabile a un Teofrasto o un Tackeray (pensatori e in critici dei costumi del loro tempo). Egli infatti si serviva di ogni mezzo, scenico e linguistico, per illustrare i vizi dei suoi contemporanei con una satira “indulgente, comprensiva, romana, e cattolica”.
Una cosa è certa: Ettore Petrolini è alla fonte di tanta comicità intelligente di oggi, non solo romana, si pensi a Bergonzoni e Gene Gnocchi, ma soprattutto all’immenso e purtroppo compianto, Gigi Proietti, che ne fu grande interprete, e alla miriade di attori che sono passati per la sua scuola.
Macchiette, lazzi, colmi e parodie è un libriccino, una raccolta di alcuni testi di Petrolini, selezionati con cura dallo storico del teatro e della cultura italiana Giovanni Antonucci, acquistato qualche decennio fa, e facente parte della fortunata collana TEN, acronimo di Tascabili Economici Newton, che, al costo di sole mille lire, proponeva piccoli grandi classici della letteratura mondiale, racconti, romanzi brevi, raccolte di poesie, opere teatrali, e tanto altro. Questo volumetto ci permette di conoscere e apprezzare l’autore, prima con una bella introduzione e una biografia dettagliata, poi tramite alcuni dei suoi più famosi monologhi, “macchiette”, parodie, canzoni, barzellette, che negli anni sono spesso state riproposte in tv in versione originale, tratte dai suoi film, o reinterpretate da attori del calibro di Scaccia, Fiorenzo Fiorentini, Manfredi, Proietti e tanti altri.
Sul grande Petrolini è stato detto e scritto molto e penso proprio che valga la pena approfondire leggendo questo o altri libri, studi, biografie o i suoi stessi scritti. Oppure si può andare a ricercare sue interpretazioni originali su Youtube, che si dimostra, anche in questo caso, importante scrigno colmo di tesori.
E visto che su vedoleggoscrivo si parla soprattutto di libri, mi permetto di riportare questa barzelletta, decisamente in tema, presa dal volumetto della Newton: In un negozio di articoli per regalo, due eleganti signore osservano parecchi oggetti, incerte sulla scelta del dono che debbono acquistare per l’onomastico di una loro amica. Il negoziante si affanna a mostrare gli oggetti più disparati, e le due signore non riescono a decidersi. A un tratto una di esse ha un’idea: “ma senti! Perché non le compriamo un libro?…”. Ma l’altra risponde: “ci avevo pensato anch’io; ma poi ho riflettuto; ce n’ha già uno”!”.
di Fabio Ascani