L’ARTE DI ASCOLTARE (E DI TACERE) di Plutarco

“Il primo passo per vivere bene è saper bene ascoltare”.

Plutarco nacque e visse ad Atene nel primo secolo dopo Cristo. Fu uno storico e biografo ma anche filosofo, influenzato dal pensiero di Platone. Oltre alle Vite Parallele, la sua opera più famosa e importante, scrisse i Moralia, raccolta di saggi filosofici-etici nei quali è compresa L’arte di Ascoltare, piacevole scritto, molto attuale, che consiglierei, in primis, a tutti i politici e conduttori Tv che di fronte alla telecamera pensano solo ad urlare e a far prevalere la propria voce su quella dell’interlocutore che hanno di fronte; ma anche a coloro che con umiltà provano il desiderio di migliorare se stessi.
Nelle primissime righe Plutarco si rivolge a Nicandro, un giovane che ormai indossa la “toga virile”, indicandolo come destinatario dello scritto: “ti faccio avere questo trattatello sull’arte di ascoltare che ho finito di scrivere, di modo che tu veda qual è la maniera giusta di stare a sentire chi intende persuaderti”.
Tutti nasciamo con le orecchie e si da per scontato che si sappia usarle, ma racconta l’autore che alle volte è buona cosa, non solo proteggere quelle degli atleti affinché non vi prendano colpi, ma ancor di più coprire quelle dei ragazzi, così da proteggerli dai discorsi che sovvertono i costumi, almeno fino a quando non abbiano raggiunto una buona maturità e consapevolezza filosofica che abbia fortificato la loro parte intellettuale più influenzabile e cedevole.

Saper ascoltare s’impara, come tutte le cose. “Le persone non sanno disporsi all’ascolto, né sono capaci di porgere la dovuta attenzione”, racconta Plutarco che poi fa un esempio: “Così come allevare bene i propri cavalli li rende docili al morso, insegnare ai ragazzi ad ascoltare molto e parlare poco li rende inclini a dar retta alle parole”.
Alla base del buon ascolto c’è la capacità di saper parlare solo il giusto e al momento giusto: “Dicono, del resto, che la natura ci abbia fornito un paio di orecchie, ma una lingua soltanto, per costringerci ad ascoltare di più e parlare meno”.

Ascoltare, tacere e parlare sono azioni complementari, normalmente banalizzate, che invece fondano la crescita intellettuale delle persone. Saper ascoltare, tacere, parlare fa di noi persone migliori, bene educate e soprattutto in grado di saper apprezzare, interpretare, comprendere e distinguere ciò che viene detto dagli altri ed eventualmente condividerlo.

Nel corso della storia del pensiero spesso si è riflettuto su queste questioni e anche su vedoleggoscrivo avevamo affrontato il discorso con “L’Arte di Tacere” dell’Abate Dinouart, del quale potete leggere qui.

(Nota bene: direi che le parole ascoltare e tacere possono, eventualmente, essere sostituite con leggere e scrivere…)

Fabio Ascani