NARCISO E BOCCADORO – UN FILM DAL CELEBRE ROMANZO DI HERMANN HESSE (SU RAIPLAY)

Ho letto Narciso e Boccadoro intorno al 1976 o ’77, avevo tra i 14 e i 15 anni. Fu una delle mie prime letture “importanti”, un libro che, ho scoperto solo da adulto, viene definito di “formazione”.

H. Hesse
Hermann Hesse

Uno dei ricordi più vivi legati a questa splendida lettura che mi fece conoscere e mai più abbandonare Hermann Hesse, è legato alle tante discussioni con miei coetanei, anche loro acerbi lettori, sul fatto se fosse meglio Boccadoro, artista, spericolato, amante, esploratore del mondo o Narciso, saggio, studioso, amico pronto a sacrificare se stesso, ricco di fede e di amore. Discorsi da ragazzi che persero di senso in una seconda lettura di qualche anno dopo, ormai grande e studente universitario. Ma ora non voglio parlare del libro: ci ha già pensato Francesca Senna, proprio un anno fa su vedoleggoscrivo, QUI. Ciò di cui vorrei accennare è che l’altra sera (il 3 gennaio), in modo del tutto inaspettato, ho scoperto che Rai4 avrebbe trasmesso il film, del quale neanche conoscevo l’esistenza, Narciso e Boccadoro.

Pieno di entusiasmo e aspettative mi sono messo in poltrona e l’ho visto.

Con la regia del Premio Oscar Stefan Ruzowitzky (Il Falsario, 2008), il film, produzione austro-tedesca del 2020, le cui riprese si sono svolte in Austria e in parte in Alto Adige, è ben fatto ed è certamente piacevole. Forse qualcuno con un po’ di curiosità, vedendolo, potrebbe essere portato a ricercare il libro e approfondire tutto ciò che sullo schermo rimane, inevitabilmente, solo accennato: la relazione fra opposti mondi che si toccano senza pretendere mai di prevalere l’uno su l’altro, ragione e sentimento, clausura e vagabondaggio, scoperta del mondo e ascesi interiore, arte e scienza, amore e castità, apollineo e dionisiaco.

Al termine del film, purtroppo spezzato dalle pause pubblicitarie, non posso dire di essermi sentito completamente soddisfatto dalla visione, ma è anche vero che ben di rado un film tratto da un’opera letteraria, per quanto buono sia, possa riuscire ad eguagliare, figuriamoci superare, le aspettative di chi già si era cimentato con le pagine scritte, e specie se ciò accade con un romanzo così importante e complesso, solo erroneamente definito da alcuni “per ragazzi”.

Senza dubbio che “Narciso e Boccadoro” è un film da vedere, un buon film, ben recitato e girato, così come belle e credibili sono le ambientazioni che in alcuni momenti ricordano quelle de Il Nome della Rosa.

La storia, riassunta i “due” righe nella pagina di Raiplay è questa: In un monastero in pieno Medioevo nasce l’amicizia speciale tra Narciso, brillante ed erudito novizio dall’indole introversa e distaccata, e il talentuoso e passionale Boccadoro, che sceglierà di vivere in libertà la sua vita, scoprendo, tra avventure amorose e artistiche, gli estremi dell’estasi e del dolore.

Per chi volesse vedere il film, tra l’altro senza le odiose interruzioni pubblicitarie, si può cliccare QUI ed essere indirizzati sulla pagina di Raiplay.it.

Fabio Ascani