IL MIO MIGLIORE AMICO di Daniela Palumbo

Ma chi l’ha detto che se un libro è per ragazzi non possa interessare persone più grandi? Persone come me che, mi si intravede nella foto, non sono certo un adolescente eppure il libro mi è piaciuto molto e l’ho letto tutto d’un fiato.
Daniela Palumbo, amica e scrittrice, vinse nel 2010 il Premio Il Battello a Vapore con il meraviglioso e commovente Le Valige di Auschwitz, ma già nel 1997 arrivò finalista per lo stesso concorso con il libro Il Mio Migliore Amico, un racconto sulla disabilità e sull’amicizia.

I protagonisti sono Luca e Mattia amici dai primi anni di scuola, appassionati del gioco del calcio, di astronomia e di scherzi. Poi un giorno un grave incidente toglie a Mattia l’uso delle gambe, evento che lo trascina in un vortice di dolore e depressione per uscire dal quale conteranno di più le amicizie di Alessia e, soprattutto, di Luca piuttosto che il rapporto con i suoi stessi genitori, che, presi dalle loro vite, hanno sempre usato Luca, prima e dopo l’incidente, in modo egoistico, forse senza volerlo, come grimaldello per forzare il loro stesso rapporto di coppia.
La storia di Mattia e della sua amicizia con Luca fornisce anche spunti di riflessione, a oltre venti anni dalla sua pubblicazione, su problemi che ancora devono trovare soluzione in gran parte del nostro Paese: mi riferisco alla questione delle barriere architettoniche, certo, ma anche alle barriere ancor più difficili da abbattere che, alle volte, come muri spessi chiudono i nostri cuori.

di Fabio Ascani