I CENTO LIBRI di Piero Dorfles

C’è un libro che potrei definire “libro dei libri”, è I CENTO LIBRI di Piero Dorfles, giornalista, critico letterario e scrittore, noto a molti per la trasmissione televisiva “Per un pugno di libri”.

Il titolo completo è I CENTO LIBRI CHE RENDONO PIÙ RICCA LA NOSTRA VITA, perché è vero: i libri ci arricchiscono. E questa è un’opera che si può leggere dalla prima a l’ultima pagina, come fosse un viaggio fantastico nella letteratura o sfogliarlo di tanto in tanto, magari andando a cercare qualcosa che conosciamo per confrontare il nostro giudizio con quello dell’autore, o per scovare un titolo che ancora non avevamo preso in considerazione e vedere se le parole di Dorfles ci spingono ad iniziarne la lettura.

Le opere di cui ci racconta Dorfles, 100 libri e un racconto, sono famose, fanno parte del nostro patrimonio culturale, e ovviamente non sono tutti gli scritti più importanti dell’umanità, ma quelli che lui ha scelto, come ci dice, arbitrariamente. E non poteva essere altrimenti.

I libri, raggruppati per categorie, anche queste arbitrarie e decise dall’autore ma certo condivisibili, vanno da I Viaggi di Gulliver (Swift) a 1984 (Orwell), da Guerra e Pace (Tolstoj) a L’Isola del tesoro (Stevenson), da Amleto (Shakespeare) a Peter Pan (Barrie), da Morte a Venezia (Mann) fino a La metamorfosi (Kafka), tanto per citarne alcuni, ma ci sono anche opere di Buzzati, Conrad, Canetti, Capote, Kipling, Moravia, Poe, Hesse, A. Christie, Conan Doyle, Philip Dick…

I CENTO LIBRI può essere considerato uno “strumento”, magari per ispirare l’organizzazione di una biblioteca ideale, oppure una sorta di “romanzo della letteratura”. Ma forse è solo un atto d’amore verso una delle più belle attività artistiche dell’uomo, verso i libri.  Qualcosa che noi di Vedo Leggo Scrivo comprendiamo benissimo.

Sono belle e condivisibili le parole sulla quarta di copertina: “I libri bisogna viverli, rileggerli, sentirli propri, personalizzarli, farli diventare una parte di noi come noi diventiamo una parte di quello che hanno dentro” .

di Fabio Ascani