
Un po’ come sarà capitato a molti, il primo libro che ho letto di Banana Yoshimoto è stato Kitchen, un successo planetario, amato in tutto il mondo e pubblicato, credo, alla fine degli anni ’80, ma che io ho scoperto solo una decina di anni fa. Da allora mi sono innamorato di questa scrittrice del Sol Levante e ogni volta che leggo un suo libro vengo preso da un piacevole senso di tranquillità. Il suo linguaggio e il suo modo di descrivere la natura e le cose, di raccontare storie di persone semplici ma che spesso vivono in famiglie inconsuete, magari allargate, storie che dal quotidiano si aprono con semplicità a momenti sorprendenti, scorrono senza intoppi come l’acqua di un calmo fiume in pianura.
Honeymoon, Luna di Miele, è la storia di Manaka e Hiroshi.
Manaka, una ragazza di 23 anni, vive in una casa con un bel giardino dove, fin dall’infanzia, ama stare anche tutto il giorno seduta all’ombra di una grande magnolia, un luogo, racconta la protagonista, che è punto di partenza e spazio immutabile, misura di tutte le cose.
Nella casa accanto vive Hiroshi, suo coetaneo, che, scavalcando la staccionata di bambù che divide le abitazioni, va tutti i giorni a trovarla. I due crescono insieme, prima compagni di giochi, poi amici e infine, a soli 18 anni, sposi. Quando decisero di sposarsi nessuno ebbe nulla da ridire. Lo fecero senza nessuna cerimonia, procedendo soltanto per le procedure burocratiche. La loro vita, della quale faceva parte anche una simpatica cagnolina di nome Olive, “non cambiò per niente”.
Il rapporto dei due va avanti pigramente e senza sorprese, finché non viene segnato da due momenti che sono anche di crescita ed evoluzione: il lutto per la morte di Olive e poi la scomparsa del nonno di Hiroshi, unico familiare con il quale viveva il ragazzo.
Mettere in ordine la casa che era del nonno, togliere, da una stanza in cui non osavano mai entrare, una sorta di maleodorante e inquietante altare che avevano lasciato i misteriosi genitori del ragazzo, diventa il compito che si impone Hiroshi e che molto lo turberà. Anche in questi momenti Manaka è sempre al suo fianco, semplicemente cucinando per lui, standogli vicina. Il suo è un amore che non chiede.
A questo punto, però, c’è una svolta nel racconto con la presa di coscienza di Manaka di non conoscere tanti aspetti della vita di Hiroshi.
Due viaggi segneranno le loro vite, il primo in Giappone, a Ito, il secondo in Australia, dalla mamma naturale di lei, sono momenti cruciali, specie il secondo, in cui si disvelano fatti atroci che avrebbero potuto avere effetti devastanti. Eppure i turbamenti e le paure svaniscono di fronte all’amore e alla gentile innocenza dei due giovani che, alla fine della storia appaiono naturalmente più grandi, più maturi e pronti per progettare il futuro insieme.
Bello e diverso.
Fabio Ascani