Credo di essere uno dei pochi che ha conosciuto Rupi Kaur passando prima per un suo libro, per l’esattezza il secondo che ha pubblicato, che attraverso Instagram o Facebook.
Avendo il piacevole vizio di entrare nelle librerie, mi capita spesso di venir attratto da una copertina o da da un bel titolo ed inizio a sfogliare. In pochi secondi, dentro di me, si crea subito una “reazione chimica” che mi spinge a lasciare il libro sullo scaffale o a portarlo alla cassa.
The Sun end Her Flowers, Il Sole e i Suoi Fiori, è un titolo bellissimo! Sia in inglese che in italiano. Mi è piaciuto immediatamente.
Lo apro con curiosità e, pagina dopo pagina trovo brevi pensieri poetici e disegni semplici, pochi tratti. Parole e immagini si fondono. È amore a prima vista.
Poi, leggendo sul risvolto di copertina la biografia dell’autrice, scopro che è una giovane poetessa, una performer, un’artista che ha trovato nei social una platea sterminata. La seguono su Instagram 3,9 milioni di persone e, da quando mi sono imbattuto nel suo libro, fra queste ci sono anch’io.
The Sun and Her Flowers svela un universo personale, intimo, femminile, senza alcun falso pudore. Lo fa attraverso frasi brevi, versi liberi, che colpiscono, anche duramente, per semplicità e immediatezza:
la tua assenza è un arto mancante
oppure
stamattina / ho detto ai fiori / cosa farei per te / e sono sbocciati
Alle volte si fanno grandi scoperte e Rupi Kaur lo è stata per me. La sua arte è fonte di speranza. Sapere che ci sono milioni di persone che la seguono, che leggono i suoi versi, mi fa pensare che in fondo questo mondo potrebbe avere ancora un futuro.
Anche il Web, alle volte riesce a restituirci un po’ di bellezza.
Fabio Ascani
